C'è tutta una zona, tra i Monti della Laga e i Monti Gemelli che non ha nome ben definito. Si tratta di un territorio costituito da minuscole frazioni, da cime arrotondate, di boschi spesso abbandonati e valli incassate. Se non fosse per cacciatori e cercatori di funghi, queste valli sarebbero sconosciute da quasi tutta la popolazione. Anche per quanto riguarda l'escursionismo siamo messi male, spesso i sentieri si perdono, non esiste segnaletica ed essendo troppo vicini alle montagne più "famose" i più passano avanti senza degnare della minima attenzione queste contrade. La "Pantana" è una di queste valli: non ha cime caratteristiche, non ha sentieri particolari eppure, sarà perché ci sono affezionato, ha una sua magia che in pochi altri posti ho trovato. Abbiamo iniziato a frequentare questi posti nei primissimi anni '70, un nostro amico era originario di Cesano e conosceva la zona. Partivamo in bicicletta da Ascoli a notte fonda per arrivare sul posto ancora buio così da anticipare gli altri fungaioli. Un giorno risalimmo tutta la valle Cupa fino al paese di Settecerri. Queste valli sono le più "abbandonate" d'Abruzzo, la Valle Castellana nel dopoguerra era ancora semi isolata, c'erano pochissime strade e il territorio era troppo severo per permettere a tutti gli abitanti un'esistenza decorosa. Così negli anni '50 ci fu una fortissima emigrazione, Ascoli, Roma e America le destinazioni principali. Alcune frazioni furono completamente abbandonate, la dorsale meridionale della valle fu quella che risentì maggiormente di questo fenomeno, Settecerri, Laturo, Serra, Lepora, Vallepezzata solo per citarne alcune, furono "evacuate" totalmente, alcune prima che giungesse la strada. Proprio questa "fuga" e il successivo inselvaticamento del territorio ha reso questi paesi particolari rispetto agli altri, entrare in un villaggio abbandonato negli anni '50 significa fare un viaggi nel tempo, Un passato molto prossimo ma spesso, per molti, lontanissimo.