Costa Stellata, nel gruppo del monte Velino, è il nome del crinale che divide la valle Majelama dalla valle della Genzana. Un nome suggestivo come quello della vicina Vena Stellante, un'altra cresta situata poco più a nord, nei pressi del monte Puzzillo. Questo itinerario ad anello, inizia nei pressi di Forme, un piccolo paese alle falde del monte Velino, percorre prima la valle Majelama, poi tutto il crinale della Costa Stellata ed infine ridiscende per la valle Genzana. L'ingresso nella valle Majelama, situato poco a monte di Forme, ha delle restrizioni: è vietato l'accesso dal 15 febbraio al 15 agosto. Il divieto, emanato dall'Ente Parco Regionale del Sirente-Velino, si è reso necessario per la salvaguardia dei rapaci che in questa valle nidificano e si riproducono; in particolare l'acquila reale e il grifone (Gyps fulvus, un avvoltoio). Lungo la salita la valle cambia nome e diventa valle del Bicchero, dall'omonimo monte che divide questo versante dal vallone di Teve.
In questa zona un occhio attento potrà leggere un pezzo di storia geologica dell'Appennino; i segni lasciati dell'ultima glaciazione sono numerosi, dalla forma della valle, alle morene, ai massi erratici, ai numerosi circhi glaciali. Luoghi abbastanza solitari e ancora selvaggi che aggiungono fascino a questa gita. E proprio dalla sella del Bicchero, sulla testata della valle, inizia una lunga cavalcata di cresta che permette di toccare numerose vette tra cui cima Trento e cima Trieste. I nomi di queste due cime sono relativamente recenti, furono dati da due alpinisti nel 1920, durante la prima salita invernale. Un'altra vetta che si incontra durante questa escursione è Capo di Pezza, sopra i prati omonimi: i prati di Pezza. Il panorama è notevole e camminare su questo crinale è veramente piacevole. Oltre quest'ultima cima inizia la Costa Stellata, il sentiero diventa meno visibile ma si intuisce facilmente il percorso che comunque rimane sempre nei pressi del crinale. In alternativa è sempre possibile scendere per il sentiero che passa per il Vado di Castellaneta. L'ultimo tratto, prima di ragiungere il fondo della valle della Genzana è abbastanza ripido e scosceso ma senza grosse difficoltà. Il giro è in gran parte segnalato con segni di vernice, eccetto Costa Stellata dove occorre procedere "a occhio". Non sono presenti fonti né sorgenti. Un giro molto panoramico, vario e di soddisfazione.
Accesso
Giunti alla piazzetta del paese di Forme, proprio a sinistra della fontana, si prende una stradina che si incunea tra le case ed in breve esce dal borgo. Ancora per un breve tratto di strada asfaltata e si parcheggia proprio dove termina l'asfalto ed inizia la strada bianca, nei pressi di una capannina informativa e di un piccolo monumento (2,5 Km circa dal paese).
Salita
Dal parcheggio (1133 m) si prende subito un sentiero (sentiero n. 8 ) che, a destra, taglia il versante ed entra nella valle . Tra alte pareti rocciose si prosegue nel bosco. A quota 1420 m, si incrocia il bivio per valle Genzana (sentiero 1G ). Si prosegue a sinistra tenendosi sempre sul fondovalle. Il sentiero, sempre netto, prosegue in leggera salita, si supera un masso erratico su una piana e si inizia a salire più decisi. Dopo questa breve "pettata" il sentiero torna semipianeggiante e si tiene sul crinale di una morena. Alla fine di questa si entra nella valle di destra (valle del Bicchero, cartello ). Qualche svolta e si incrocia un nuovo bivio (1995 m, 2:00 ore). Si continua a salire (destra) e sul fondo di un valloncello erboso si raggiunge la sella del Bicchero (2075 m, 2:10 ore, cartelli ). A destra, per prati, si sale verso il colle; qui il sentiero non è netto e a tratti si perde tra l'erba ma sono presenti dei segni di vernice e degli ometti. A quota 2200 m circa si incrocia il bivio per il rifugio Sebastiani (cartello ). A destra si prosegue dritti e si raggiunge un dosso poi un leggero saliscendi e si è sulla Punta Trento (2243 m, 2:45 ore ). Il sentiero scende (a pochi metri dalla sella è possibile vedere un deposito di massi ferrosi ) ad una sella quindi risale tagliando il versante fino a portarsi di nuovo sulla cresta a poche decine di metri da Punta Trieste che si raggiunge in breve con una deviazione verso sinistra (2230 m, 3:15 ore ). Tornati al bivio si prosegue tenendosi sempre sul filo della cresta, a picco sulla sottostante valle Majelama, fino a raggiungere la cima Capo di Pezza (2177 m, 3:40 ore, croce e ometto ). Qui il sentiero si fa più labile. Sempre seguendo la cresta, che in questo punto è larga e comoda, si continua per un bel tratto in leggera discesa. Poi, quando la cresta piega nettamente a destra, il pendio si fa più ripido e il sentiero scompare. Con brevi zig-zag , si scende velocemente fino ad incrociare, a quota 1730 m circa una traccia di sentiero in piano che piega nettamente a sinistra e permette di raggiungere il fondo della valle Genzana dove ci si innesta sul sentiero principale (sentiero n. 1G). Per questa mulattiera si scende rapidamente fino a rientrare nella valle Majelama dove sul fondovalle si incrocia il bivio incontrato all'andata (1420 m, sentiero n. 8). Per questo sentiero si torna la parcheggio (5:15 ore)
Dati tecnici
- Difficoltà: E
- Dislivello complessivo: 1400 m circa
- Orario complessivo: 5:00/6:00 ore
- Sviluppo complessivo: 20.00 Km circa
- Segnaletica: segni bianco-rossi nella valle Majelama fino al colle del Bicchero; sentiero n. 8 . Dal Colle alla Punta Trento segni sporadici di vernice (giallo-rossi) e ometti. Da Punta Trento a cima di Capo di Pezza sìrari segni di vernice. Oltre questa cima e per tutta Costa Stellata nessun segno. Raggiunta Valle Genzana sentiero n. 1G con segni bianco-rossi.
Bibliografia
- Parco Regionale Sirente-Velino le più belle escursioni - Narciso Galiè e Gabriele Vecchioni - Società Editrice Ricerche
Cartografia
- Gruppo Velino-Sirente - CAI Delegazione Regionale Abruzzese - scala 1:25.000
- Velino - Sirente - Edizioni Il Lupo - scala 1:25.000