La valle d'Angri è l'ultima grande valle (verso est) del settore orientale del Gran Sasso. Inizia poco sopra Farindola e termina sulla piana di Campo Imperatore; molto aperta in basso, nel tratto mediano diventa una vera e propria gola: il vallone d'Angora. Qui tra alte pareti verticali si snoda il tratto più suggestivo di questa escursione. Una delle prime pareti ha anche un nome, il "Becco dell'uccellaccio" o "Becco dell'aquila" per la sua caratteristica conformazione. Anche altre pareti della zona hanno nomi propri, la "Nave", i "Merletti", "Lo Scoglio dei Camosci", tutte strutture conosciute molto bene dagli arrampicatori che le hanno attrezzate e le frequentanto da molti anni. La valle è ricca anche d'acqua: le sorgenti del Tavo e del Vitello (o della Vitella) d'oro (dalla leggenda dove si narra di alcune donne che, mentre attingevano dell'acqua, videro un vitello di colore giallo-oro) alimentano il secondo acquedotto più grande d'Abruzzo. D'altra parte siamo sotto Campo Imperatore, uno dei più grandi sistemi carsici del centro Italia. Peccato che di quest'acqua non rimanga nulla in superfice; in alto per via del carsismo, in basso per via delle condotte, nella stagione calda il letto del torrente è completamente asciutto già all'alteza di Porte di Fonno, a circa 800 m. Se si vuole ammirare la cascata del Vitello d'oro, situata poco a valle del Mortaio d'Angri, occorre visitarla nel periodo dello sciogliento delle nevi, l'unico momento in cui la portata d'acqua è significativa.
Il periodo estivo risulta il meno indicato per compiere questa escursione, la mancanza d'acqua e il caldo ne limitano la fruibilità. Di contro, autunno e primavera sono stagioni ideali per percorrere questo itinerario che può essere percorso in diversi modi. Può essere interrotto alle sorgenti del Tavo e concludersi tornando per la stessa strada (probabilmente la soluzione migliore) oppure, se si arriva fino alla piana di Campo Imperatore, si può scegliere di tornare indietro compiendo un anello. In questo caso si può optare tra due percorsi: il primo passa per Vado di sole e poi ritorna a Case dei Buoi per il sentiero n. 263 (carta CAI sez. L'Aquila del 2011), mentre il secondo, descritto sotto, passa per la piana del Voltigno. In entrambi i casi c'è da fare una indigestione di bosco, inoltre, nella seconda ipotesi, anche una indigestione di chilometri. E' vero che così facendo si possono ammirare i vasti panorami della piana di Campo Imperatore e il solitario piano del Voltigno ma se non si è molto allenati si rischia di tornare molto stanchi. Consigliamo questo anello solo a persone allenate ed esperte anche perchè nella parte bassa, sotto i Merletti di Villa Celiera, il tracciato non è facilmente individuabile per via della folta vegetazione che di anno in anno si sta riappropriando del terreno ceduto all'agricoltura nei secoli passati. Escursione quindi con luci e ombre, suggestivo il tratto delle gole un po' meno il resto.
Accesso
Poco sotto Farindola, si lascia la strada principale e si prende quella per le cascate del Vitello d'Oro e Mortaio d'Angri (cartelli segnaletici). Dopo alcuni tornanti, superato il bivio per la cascata (località "Gole dell'Inferno"), si oltrepassa un valico con a destra le pareti di arrampicata denominate "La Sportella". Appena oltre il valico si lascia sulla sinistra il bar-trattoria dell'Orso (consigliato) e si continua per un breve tratto fino al termine della strada asfaltata (divieto di accesso , località Mortaio d'Angri ) dove si parcheggia nei pressi del rifugio Valle d'Angri (non agibile ) e della fonte del Mirtale.
Relazione
Dalla fonte (700 m circa ) si segue la strada che diventa subito sterrata fino ad un casolare. Qui inizia la mulattiera che dopo un breve tratto raggiunge la località Case dei Buoi (786 m, 0:15 ore). Al bivio (cartello ) si prende a sinistra (sentiero n. 260) e in discesa si giunge al torrente Tavo che si attraversa su un ponticello di legno abbastanza malridotto. Raggiunta l'altra sponda si continua verso destra su una pista che poi diventa sentiero ed entra nel vallone (Porte Fonno, 801 m). Sempre tenendosi a pochi metri dal torrente, la mulattiera si inoltra nel bosco e superato un rudere (ex rifugio forestale ) incrocia il sentiero n. 261 (864 m, 0:45 ore ). Si continua a destra (sentiero 260) tenendosi sul fondo della valle. Si seguono le tracce di sentiero rinforzate da segni giallo-rossi e dopo aver risalito una breve paretina rocciosa (passo di I grado ) si entra nel tratto più suggestivo del vallone d'Angora. Sovrastati da alte pareti rocciose si supera la gole e si riprende a camminare immersi in una fitta boscaglia. Dopo un tratto un po' monotono si oltrepassano le sorgenti del Tavo (cartello, 1200 m circa, 2:00 ore). Il percorso inizia a salire un po' più deciso ed infine si raggiungono i prati di Campo Imperatore (1450 m circa, 2:40 ore). Da qui, se non si torna indietro per lo stesso itinerario e non si vuole passare per il Vado di Sole, si può seguire il percorso seguente. Si continua sul fondo della valle (valle Pietrattina) fino a portarsi nei pressi della strada asfaltata. La si costeggia verso sinistra e si oltrepassa il rifugio S. Franceso e il ristoro Mucciante, normalmente presi d'assalto dai motocislisti nei giorni festivi. Si continua ancora sulla piana (Prati di Cretarola) per un sentiero che passa a pochi metri della strada. Si prosegue verso sud fino ad incrociare la strada asfaltata poco prima di una curca (1480 m circa). Oltrepassata la strada si riprende il sentiero che continua per un breve tratto in un fitto bosco di abeti. Si incrocia di nuovo l'asfalto, proprio nei pressi del bivio per il rifugio Ricotta che si trova pochi metri sulla sinistra . Dal rifugio (1517 m) si segue la pista che si inoltra nella valle. Senza mai lasciarla si oltrepassa un vecchio fontanile e si risale ad un valico (Malepasso, cartelli indicatori ). Sempre seguendo la pista si inizia a scendere in un bel bosco di faggi (valle Caterina ) quindi si raggiunge il bivio per il Voltigno (1475 m ) che si lascia sulla destra. Ancora saliscendi ; si oltrepassano brevi radure fino ad uscire infine dal bosco ai margini della piana del Voltigno , sul Vado di Focina (1383 m ). Si segue la strada asfaltata (Valle Voltigno) per un breve tratto quindi la si lascia per prendere un sentiero che scende verso sinistra in un valloncello (cartello ). La traccia, non sempre ben marcata ma segnata con bandierine bianco-rosse , scende nel bosco fino ad incrociare una pista nei pressi di una struttura dell'acquedotto . Per la pista si continua a scendere decisi fino ad uscire sui prati sotto i Merletti di Villa Celiera. Qui la traccia del sentiero non è molto visibile ma anche per prati si riesce a raggiungere il fondo valle dove si riprende il sentiero fatto all'andata. Per questo si torna a Case dei Buoi e finalmente a Mortaio d'Angri.
Dati tecnici
- Difficoltà: EE
- Dislivello complessivo: 1300 m circa
- Orario complessivo: 8:00/10:00 ore
- Sviluppo complessivo: 30.00 Km circa
- Segnaletica: da Mortaio d'Angri sentiero n. 260, segni bianco-rossi fino al bivio con il sentiero n. 261. Nel vallone d'Angora segni giallo-rossi e ometti . Sulla piana di Campo Imperatore nulla. Dal rifugio Ricotta segni bianco-rossi, sentiero n. 277 fino al Vado di Focina. Dalla valle Vado di Focina sentiero n. 261, segni bianco-rossi, fino a riprendere il sentiero 260 percorso all'andata.
Cartografia
- Carta 1:25000 Gran Sasso - CAI Sezione di L'Aquila
- Carta 1:25000 Gran Sasso - SER (Società Editrice Ricerche)
- Carta 1:25000 Gran Sasso - Edizioni Il Lupo