Di tutti gli itinerari di cresta dei Monti della Laga, questo è sicuramente tra i più interessanti. Molto lunga e varia, questa cresta spartiacque tra il fiume Tronto e il torrente Castellano racchiude luoghi molto suggestivi come la Rocca di Montecalvo e luoghi di grandissimo interesse naturalistico e paesaggistico come la foresta di San Gerbone, il bosco del Maularo e la Macera della Morte. L'itinerario è molto lungo se percorso integralmente, dal valico di San Paolo fino alla cima della Macera della Morte sono circa 15 Km. Una traversata sarebbe la soluzione migliore, una volta in cima alla Macera è possibile scendere a Spelonga oppure a Colle di Arquata. Il tracciato è molto eterogeneo, la prima parte, tutta su sentiero, purtroppo è sempre più invasa dalla vegetazione e andrebbe sistemata e ripulita (Ente Parco, CAI?), la seconda parte invece si svolge sempre su una larga pista e non presenta nessun tipo di difficoltà.
L'itinerario inizia a ridosso della Rocca di Montecalvo, un castello appartenuto alla nobile famiglia dei Guiderocchi. Oggi della rocca rimangono poche tracce, alcuni muri e nulla più, attenzione se vi avventurate tra le rovine perchè tra i rovi e le erbacce che coprono quasi tutto ci sono buche insidiose. La zona, molto suggestiva e panoramica è completamente abbandonata. E' un vero peccato perchè si tratta di testimonianze molto interessanti ed il luogo sarebbe di facile accesso. L'Ente Parco ha anche realizzato alcune aree pic-nic nei pressi ma, come spesso accade in queste contrade, una volta realizzata l'opera non si provvede neanche alla più semplice manutenzione. L'effetto finale è un senso di abbandono e di trascuratezza; proprio il contrario di quello che si voleva ottenere. Il tutto con esborso economico che, conoscendo le magre risorse dei parchi, dovrebbe far riflettere gli amministratori su questa tipologia di interventi.
Il percorso dopo la rocca è sempre meno frequentato (cinghiali a parte) e in alcuni tratti non è facile individuare bene la traccia. Per un lungo tratto è stato segnalato con una "marea" di segni di vernice rossa, invadenti, realizzati male, spesso inutili. Lanciamo un appello ai volenterosi dallo spray facile: se desiderate fare qualcosa per migliorare la viabilità sui sentieri andate nella sezione CAI più vicina e mettetevi a disposizione della locale Commissione Sentieri, sicuramente non mancheranno occasioni per dare una mano, però in modo corretto e standardizzato.
Suggestivi sono i passaggi sulle lastronate di arenaria che punteggiano tutto il percorso fino al Colle Libretti e oltre. Dopo questa zona il sentiero entra nella faggeta e diventa più marcato. Da Colle Pidocchi la mulattiera diventa pista e così resta fino a Cima Fonteguidone.
Chi non avesse voglia (o resistenza) di percorrere tutto l'itinerario può effettuare il giro proposto sotto, molto più breve e accessibile.
Il territorio di Montecalvo
Il torrente Castellano rappresenta il confine naturale tra le Marche e l'Abruzzo. Il territorio di Montecalvo è situato nella parte marchigiana ma fino a metà ottocento comprendeva anche alcuni paesi situati nel versante abruzzese. Montuoso e di difficile accesso, Montecalvo nei secoli ha rappresentato il territorio ideale per banditi e briganti, il più famoso fu sicuramente il "Brigante Piccioni", nativo di Rocca di Montecalvo. Dopo l'annessione dello Stato della Chiesa al Regno d'Italia fece rinascere il brigantaggio in questo terre e alla testa dei "Volontari Pontifici" impegnò il generale Pinelli per circa due anni. Pinelli è passato alla storia, e ancora si ricorda il suo nome, come un generale spietato che per sconfiggere i briganti non esitò ad incendiare interi paesi. Il suo nome viene ancora ricordato dai vecchi come sinonimo di distruzione e cattiveria. Alti episodi di brigataggio si erano verificati durante l'occupazione napoleonica. Nei secoli addietro il territorio era stato governato da una potentissima famiglia, i Guiderocchi. Diversi storici sono concordi nell'indicare questa famiglia dedita soltanto ai fatti propri; di temperamento rude i componenti di questo nucleo familiare ricorrono spesso nella storia ascolana. Argillano ad esempio viene tratteggiato così: "Sin dalla sua giovinezza partecipò a tutti i conflitti che insanguinarono il Piceno. Si distinse come vendicatore spietato dí ogni torto sofferto, sorpassando nelle sue vendette l'indicibile crudeltà della sua generazione". Aurelia, altra componente di questa familgia, fu ospite del Duca di Urbino. Conobbe Torquato Tasso, anche lui ospite del duca." Il poeta si fece raccontare da Aurelia le gesta del suo avo Argillano. Anni dopo, Argillano divenne il protagonista di molte avventure ne La Gerusalemme liberata". Oggi purtroppo il segno dei potenti Guiderocchi, la rocca, è in stato totale di abbandono, un'antenna televisiva si erge dalle rovine mentre tutto intorno rovi ed erbacce ricoprono quello che fu un castello che governava su tutta la valle del Castellano.
Accesso
Da Acquasanta si prosegue per San Martino, giunti al valico (località San Paolo) si parcheggia nei pressi di una capannina informativa (950 m circa).
Da Valle Castellana si prosegue per San Martino quindi si sale al valico di San Paolo dove si parcheggia.
Relazione
Dal parcheggio (950 m circa) si prende il sentiero che inizia a destra della cresta . In breve si entra nel bosco di castagni e si giunge ad un bivio (a sinistra si scende a San Martino). Sempre in piano si passa sotto la rocca e si giunge ad un nuovo bivio con cartello indicatore (1035 m circa ). Con una breve deviazione a destra si può raggiungere la rocca soprastante, attenzione perchè il sentiero non è agevole ed occorre risalire una breve paretina rocciosa (0.20 ore A/R).
Sempre tenendosi sul filo di cresta, oppure poco al di sotto di esso, il sentiero prosegue in un fitto bosco di castagni. Superata un'area con panchine e tavoli occorre superare il tratto meno bello del percorso per via della vegetazione che spesso ingombra il tracciato, molti segni rossi indicano la strada . Prima del Monte Libretti occorre fare attenzione, bisogna tenersi a sinistra, passando sotto un grande blocco di arenaria .
Dopo questo punto la mulattiera diventa più netta, si supera il bivio, non molto evidente, per Pozza e si entra in un bosco di faggi dove, dopo un paio di tornanti, si passa sul lato destro della cresta e si attraversa una macchia di abeti bianchi e pini. Tornati sul lato sinistro della cresta dopo un po' si incrocia la pista che proviene da Piani Cattini (1420 m circa). A destra si risale un breve crinale e si passa sotto Colle Pidocchi. Sempre su pista si attraversa un bel bosco di faggi e si sbuca su una vasta radura (Prato Lungo, 1515 m circa ). Il tracciato si porta a sinistra del prato e lo risale. Rientrati nel bosco si continua a traversare fino ad uscire su un'altra vasta radura. Per un sentiero la si attraversa e si incrocia una pista proveniente da un rifugio si pastori visibile in basso . Per questa si risale in cresta . Qui il percorso segue quasi fedelmente il filo del crinale per un lungo tratto, passa sotto il Monte Cesarotta e supera Cima Fonteguidone. Oltre questa cima si lascia definitivamente il bosco e si ridiscende ad una sella (1842 m). Per prati si seguono le tracce di sentiero che risalgono con alcuni zig-zag la cresta est della Macera . Giunti sotto la cuspide finale della montagna si traversa a sinistra per raggiungere il Termine (2022 m) punto di intersezione di 3 regioni: Marche, Abruzzo e Lazio .
Una breve salita permette di guadagnare la cima della Macera della Morte (2073 m).
Ritorno
Per lo stesso itinerario
Anello per Piani Cattini
Descriviamo questa variante molto più breve per coloro che non vogliono o non possono effettuare il percorso completo.
Dal punto dove si incrocia la pista che sale da Piani Cattini (1420 m circa) si devia a sinistra e sempre seguendo questa pista si scende rapidamente fino ad un netto bivio. Si prende a sinistra e dopo alcuni tornanti si raggiunge il fondo valle. Qui la pista costeggia il fosso sul versante destro. Quando la strada inizia una leggera salita si prende a sinistra una traccia che subito diventa sentiero e quindi attraversa il fosso. Risaliti sull'altra sponda si continua in leggera discesa traversando lungamente sul fianco della montagna fino ad incrociare la strada carrozzabile che, in breve, verso sinistra, porta a Collefrattale. Da qui inizia la strada asfaltata che in circa 2 Km raggiunge San Martino (trattoria sulla piazza ). Con autostop oppure tramite il sentiero Italia si torna al valico.
Dati tecnici
- Dislivello complessivo: 1200 m circa
- Difficoltà: E
- Orario complessivo A/R: 9/10 ore
- Sviluppo A/R: 30 Km circa
- Segnaletica: segni rossi nella prima parte.
Bibliografia
- Monti della Laga - le più belle escursioni (SER)
- Alberto Regoli "Cenni Storici sugli antichi Castelli del territorio Acquasantano sedi amministrative dei Sindicati"
- Angela Latini e Antonio Rodilossi "Acquasanta Terme ad Aquas"
Cartografia
- Carta 1:25000 Monti della Laga - SER