La parete nord del monte Camicia è una bastionata rocciosa alta più di 1200 m e larga circa 2 chilometri. La base di questa parete è chiamata Fondo della Salsa. Qui si raccolgono le acque che precipitano dalla parete e che formano delle bellissime cascate. Infatti l'inizio estate, quando ancora i nevai sulla parete non si sono completamente sciolti, è il periodo migliore per questa escursione. Fino a poco tempo fa esisteva anche un nevaio perenne alimentato dalle numerose ed enormi valanghe che precipitano dalla parete. Poteva raggiungere molte decine di metri anche in piena stagione ma oggi è ormai scomparso ed è raro in estate trovare ancora dei resti di neve. Il Fondo della Salsa è uno dei luoghi più suggestivi dell'Appennino Centrale. Questa enorme muraglia aspra e verticale ha rappresentato da sempre un grande problema alpinistico. I primi a salire furono i teramani Bruno Marsili e Antonio Panza nel lontano 1934.
In molti non credettero alla loro impresa e quindi i due tornarono in parete, la salirono di nuovo e, per evitare dubbi, lasciarono una giacca rossa appesa ad un chiodo in modo che non ci fossero più dubbi sulla loro impresa. Per una salita invernale invece si dovette attendere il 1974, una cordata aquilana tentò l'ascensione nei giorni di natale ma l'impresa fu funestata dalla morte di Piergiorgio De Paulis. Il monumento lungo il sentiero ricorda proprio questo tragico episodio. Vicino a questo un'altra lapide ricorda un altro sventura occorsa ad un tenente dell'aviazione (Marco Adinolfi) che nel 1994 si schiantò con il suo AMX proprio al centro della parete. Ancora oggi si possono trovare i resti dell'aereo sparsi tra le ghiaie. Ma non solo gli alpinisti hanno esplorato questa parete, anche i torrentisti si sono avvenunturati su questi rivoli e i nomi che hanno scelto alle cascate sono emblematici: Infinita, Dies Irae e Requiem. Sono forre che solcano il versante e che richiedono molta esperienza. Sempre gli stessi salti d'acqua hanno fatto contenti anche i cascatisti, negli inverni più freddi questi nastri di ghiaccio, alti anche più di 200 metri, sono uno dei terreni di gioco più impegnativi dell'intero Appennino. Il sentiero per raggiungere il Fondo della Salsa è segnalato e non presenta difficoltà particolari. Poco frequentato, richiede un minimo di accortezza per via dei sassi che possono cadere dalla parete. E' bene non avvicinarsi troppo alla base della muraglia rocciosa e fermarsi al monumento dedicato a Piergiorgio De Paulis o arrivare poco oltre.
Accesso
Da Castelli si sale in direzione Rigopiano. Oltrepassato il piccolissimo borgo di San Salvatore, in prossimità di un netto tornante verso sinistra (3,5 Km circa da Castelli) si lascia l'auto nella stradina che dalla curva si inoltra nel bosco sulla destra (località Colle Rustico).
Salita
Da colle Rustico (770 m, bacheca informativa del Parco) si segue la pista e dopo pochi metri, ad un bivio, si prende il ramo di sinistra che prosegue nel bosco di faggi. Si segue questa larga traccia che sale dolcemente nel fitto bosco. A quota 900 m circa, ad un bivio, si prende a sinistra (cartello indicatore). Ancora sulla netta pista che obliqua verso destra. A quota 1000 m circa si attraversa il torrente che scende dal Fondo della Salsa e si continua sull'altro versante del fosso. Adesso la parete è ben visibile e su sentiero si oltrepassa il monumento in ceramica (1045 m circa). Ancora un breve tratto e si giunge ad un bivio con il sentiero dei 4 Vadi (1050 m circa). Si continua dritti ed infine si raggiunge il masso con le lapidi di Piergiorgio De Paulis e di Marco Adinolfi (1075 m circa). Da qui una lieve traccia si inoltra nel fondo del vallone ma occorre stare attenti perchè c'è il rischio di caduta pietre.
Discesa
Per lo stesso itinerario.
Dati tecnici
- Difficoltà: E
- Dislivello complessivo: 250 m circa
- Orario complessivo: 2:00/3:00 ore ore
- Sviluppo complessivo: 4,5 Km circa A/R
- Segnaletica: sentiero segnato con segni giallo-rossi, sentiero n. 245.
Cartografia
- Carta 1:25000 - Gran Sasso - CAI Sezione di L'Aquila
- Carta 1:25000 - Gran Sasso - Società Editrice Ricerche
- Carta 1:25000 - Gran Sasso - Edizioni Il Lupo