I monti Ernici sono il confine naturale tra il Lazio e l'Abruzzo: numerose sono le cime che superano, anche se di poco, i 2000 m e Pizzo Deta, dopo il monte del Passeggio è la seconda cima più alta del gruppo. Questa vetta è abbastanza frequentata dagli escursionisti ma la maggior parte sale da Prato di Campoli: bellissima località posta sul versante laziale. La salita da Rendinara per il vallone del Rio, anche se meno conosciuta, è sicuramente una gita da consigliare: bella, lunga, panoramica e con ambienti molto vari. Inoltre è possibile chiudere un anello che percorre la lunga cresta che si snoda tra il Deta e il monte Ginepro: un crinale senza difficoltà con una bellissima veduta sulla val Roseto. Noi abbiamo descritto il percorso con la salita per il vallone del Rio ma è possibile anche invertire il senso di marcia e salire direttamente al monte Lota. Il tratto Rendinara-monte Lota è molto ripido, dritto e completamente nel bosco. Meglio percorrerlo in salita o in discesa? Scegliete voi tenendo presente che una coppia di anziani del paese ci ha raccontato che loro (sul Lota) ci andavano a tagliare il fieno ... no comment. Tutto il percorso è privo di acqua e l'unica fonte è quella che si incrocia appena partiti dal paese; siete avvertiti.
Il vallone del Rio è solcato per un bel tratto da una pista sterrata che però non è molto fastidiosa, poi da 1400 m circa si continua su sentiero fino alla vetta in un ambiente selvaggio e silenzioso. Il giro può essere accorciato, anche se di poco, scendendo direttamente dal monte Brecciaro evitando così il monte Ginepro. Il tracciato è sempre segnalato con segni di vernice, il sentiero è ben netto esclusi brevi tratti dove occorre prestare attenzione. Complessivamente una escursione abbastanza impegnativa, oltre 1400 m di dislivello e più di 18 Km di sviluppo; lunga e bella.
Accesso
Arrivati al paese di Rendinara, proseguire per la strettissima stradina che attraversa il centro e prosegue verso monte. Giunti alle ultime case si parcheggia nei pressi di una capannina informativa, all'inizio di due piste sterrate (località le Lecenette).
Salita
Dal parcheggio (920 m circa ) si prende la pista di sinistra che entra subito nel vallone del Rio . Dopo un breve tratto si supera un fontanile (l'unica fonte del percorso!! ) e poco oltre un casotto dell'acquedotto (995 m circa , bivio a destra per il monte Lota, n. 629). Sempre seguendo la pista si oltrepassa il rifugio Fracassi (1321 m, 0:50 ore , bivio a destra per il monte Brecciaro, n. 629) e si continua fino a circa 1450 m dove la strada termina e inzia il sentiero. Tra radure e boschi di faggi si prosegue tenendosi prevalentamente sul fondo del vallone. A circa 1800 m si esce definitivamente dal bosco e si piega nettamente verso sinistra. Il sentiero non è sempre ben netto ma i segni bianco-rossi, anche se sbiaditi, sono sempre visibili. Aggirato un costone si risale un pendio e si giunge ad una piccola sella a picco sul sottostante vallone di Peschiomacello (1902 m). Per questa larga cresta, con una bella veduta sulla parete nord di Pizzo Deta, si sale facilmente fino al monte Pratillo (2007 m, 2:10 ore). Dalla cima si scende per un aereo crinale fino alla sottostante sella (1965 m circa) dove si incrocia il sentiero che, verso sinistra, termina sulla vetta di Pizzo Deta (2041 m, 2:30 ore, ).
Discesa
Da Pizzo Deta si ripercorre lo stesso itinerario fatto in salita fino alla sottostante sella. Qui si continua seguendo la netta traccia che continua in piano. Con leggera salita tra macchie di ginepro nano si aggira il monte Pratillo e si riprende il crinale che delimita ad ovest il vallone del Rio. Con una piacevole camminata si raggiunge la poco pronunciata cima di monte del Passeggio (2017 m, 0:30 ore ). Qui si lascia il sentiero n. 616 e si continua per il n. 611 . Per ampi prati, senza una traccia marcata, si scende il facile versante lasciandosi sulla destra alcuni sentieri che scendono nel vallone . Giunti al fondo valle, ci si lascia sulla destra la cima del monte Brecciaro e si continua per l'esposta cresta che sale verso il monte Cappello (sentiero n. 629). Dopo un facile tratto la traccia si impenna (bolli rossi ) per poi traversare fino ad una sella. Qui con una brevissima deviazione si può raggiungeere la cima del monte Cappello (1981 m ). Un ultimo tratto in lieve salita e si arriva sulla cima del monte Ginepro (2004 m, 1:15 ore ). Dalla vetta si segue il sentiero n. 629 che, non sempre marcato, scende alla evidente croce di monte Lota (1880 m circa ). Verso sinistra si inizia a scendere più decisi e si entra nel bosco. Dopo un breve tratto con vetegazione fitta e massi instabili (sentiero non sempre ben marcato), la mulattiera diventa più larga e molto evidente. Con ripidi tornanti si scende rapidamente il versante aggirando con stretti camminamenti alcune ripide fasce rocciose. Dopo un lungo tratto si esce dal bosco e si attraversano alcune radure dove il sentiero si può confondere tra l'erba alta. Usciti definitivamente dal bosco si incrocia un sentiero (colle Camillo, 1026 m) che verso destra in breve raggiunge il fondo del fosso e rimonta sul versante opposto dove si incrocia la strada percorsa all'andata. Per questa fino al parcheggio (3:00 ore).
Dati tecnici
- Difficoltà: E
- Dislivello complessivo: 1450 m circa
- Orario complessivo: 6:00/8:00 ore ore
- Sviluppo complessivo: 18 Km circa
- Segnaletica: sentiero segnato con segni bianco-rossi. . Nel vallone del Rio sentiero n. 625, da Pizzo Deta al monte del Passeggio sentiero n. 616, da quest'ultimo al monte Brecciaro sentiero n. 611, poi sentiero n. 629 fino a Rendinara.
Cartografia
- Carta 1:25000 - I monti Ernici e la valle Roveto - CAI Sezione Valle Roveto
- Carta 1:25000 - Gruppo dei monti Ernici - CAI Sezioni di Alatri - Frosinone - Sora - Edizioni Il Lupo