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Val di Panico (Monti Sibillini)

La val di Panico è una delle valli dei monti Sibillini più conosciute e frequentate dagli scialpinisti. Diverse sono le cime alte più di 2000 m che circondano questa valle e il monte Bove nord, con la sua muraglia rocciosa è la più imponente. Le sue pareti sono solcate da numerosi itinerari alpinistici anche se ultimamente invece di essere calpestate da scarponi o scarpette sono calpestate dagli zoccoli dei camosci che proprio in questa zona si stanno riproducendo dopo la reintroduzione effettuata dall'Ente Parco qualche anno fa. A causa di questo progetto l'accesso alle pareti della montagna sono vietate (vedi programma di reintroduzione del camoscio appenninico). Valle di origine glaciale con un bel circo dove ogni anno si forma una cascata di ghiaccio (Torre di Luna) tra le più alte (di quota) del gruppo. Altre formazioni di ghiaccio sono presenti nella parte bassa della valle, nelle strette forre formate dal fosso La Foce, poco oltre il piccolo borgo di Casali. Da questo paese iniziano le salite scialpinistiche della zona, quelle più ripetute salgono sul monte Rotondo oppure, come in questo caso, a Pizzo Berro.

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Rava Pisciarello (Majella)

Sulla Majella i valloni del versante occidentale si chiamano Rave. Le più conosciute e frequentate sono sicuramente la rava della Giumenta Bianca, del Ferro e della Vespa. In comune hanno molte caratteristiche: grandi dislivelli, ottime pendenze (per gli sciatori), pericolo di valanghe, divertimento assicurato in discesa; ma anche l'estrema monotonia della salita. Si potrebbe dire "fatta una fatte tutte". Questa del Pisciarello ha nel suo arco una freccia in più, il bellissimo panorama che accompagna lo scialpinista per gran parte della gita, un vero balcone sull'Abruzzo orientale.

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Monte della Corte (Monti Marsicani)

La catena montuosa che delimita il versante sinistro (orografico) della valle del Sagittario comprende numerose cime. Una delle più meridionali è il monte della Corte, poco distante dal monte Marsicano. L'itinerario che sale da Scanno su questa cima è uno dei più frequentati della zona. Senza grosse pendenze, con un notevole sviluppo e relativamente sicuro, questo itinerario è meta di molti appassionati della montagna invernale che con gli sci e con le ciaspole, risalgono i dolci avvallamenti che costellano tutta la zona. I pendii sono dolci e quindi ottimi anche per lo sci escursionismo. Il tratto finale invece presenta un pendenza più accentuata, ottimale per la scialpinismo ma purtroppo abbastanza breve. La discesa è divertente e ricalca per gran parte l'itinerario di salita; con qualche breve variante però può essere resa più brillante e nella relazione sono indicate le possibili soluzioni.

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Monte di Cambio da Fontenova (Gruppo del monte Terminillo)

Quando una donna con le ciaspole arriva prima di un uomo con gli sci ... non si può parlare di scialpinismo. Forse sarebbe meglio parlare di sciescursionismo. Il monte di Cambio da Fontenova è una salita frequentata, semplice, senza grossi dislivelli e quasi priva di pericoli oggettivi. Per questo si adatta perfettamente ad escursioni con le ciaspole e a salite con gli sci quando altrove le condizioni non sono ottimali. Lo scialpinista in genere "odia" dover racchettare per risalire i pendii; qui occorre farlo diverse volte e questo non rende il tracciato molto appetibile. A favore abbiamo invece un ottimo panorama e un percorso quasi privo di pericoli oggettivi.

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Monte di Cambio da Piedelpoggio (Gruppo del monte Terminillo)

Quando da Posta si sale verso Leonessa, sulla sinistra scorrono numerose cime tra cui spicca il Monte di Cambio. Tutto il versante settentrionale di questa montagna è coperto da un fitto bosco e solo le zone in prossimità delle vette sono sgombre da alberi. Se anche a voi viene la tentazione di salire per queste valli sappiate che qui vince l'aspetto riflessivo-contemplativo (vedi itinerario precedente qui) su quello sportivo-atletico. La sciata, anche se per brevi tratti piacevole, è limitata e poco interessante. Almeno per quello che riguarda l'escursione che inizia da Piedelpoggio, nei pressi di Leonessa. Sicuramente il versante migliore del Cambio (per lo scialpinismo) è quello opposto, cioè quello che si può affrontare salendo da Fontenova. Detto questo bisogna dire che fatto come è capitato a noi, con mezzo metro di neve polverosa, non è stato per niente male però con una variante, salendo cioè verso il Colle Prato Pecoraro.

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Monte Calvo

Lo scialpinismo per molto tempo, ha racchiuso al suo interno due parti spesso separate: quella atletico-sportiva (la discesa) e quella riflessiva-contemplativa (la salita). Di recente anche la seconda sta assumendo i connotati della prima e sempre più praticanti di questa attività indossano tute attillate e scarponi superleggeri cercando di abbassare sempre più i tempi della salita. Il tempo (inteso come prestazione) e la qualità della neve, diventano i soli parametri per definire la riuscita di una gita. Il monte Calvo si sottrae a questa classifica, dislivello non elevato, pendenza relativamente contenuta, poco frequentato e per nulla di moda. Coloro che ancora non hanno completamente ceduto al lato tecnico-sportivo di questa attività potranno trovare in questa escursione delle valide motivazioni.

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Valle delle Cento Fonti (Monti della Laga)

La valle delle Cento Fonti si apre sopra il picolo borgo di Cesacastina, sul versante orientale dei Monti della Laga. D'estate è caratteristica per via dei numerosi scivoli d'arenaria solcati da piccoli torrenti. D'inverno è una classica dello scialpinismo anche se le condizioni della neve, vuoi per l'esposizione (sud-est), vuoi per pendenze (moderate), spesso non sono ottimali. Il rischio valanghe qui è molto ridotto e l'escursione si presta benissimo all'uso delle ciaspole. Nel tratto finale si può decidere se raggiungere la Cima della Laghetta oppure il Monte Gorzano, di seguito viene relazionata la prima opzione cioè la Cima della Laghetta.

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Il Paginone (Monte Camicia - Gran Sasso)

Il Paginone è un toponimo inventato dagli scialpinisti per indicare il versante sud del monte Camicia. Si tratta di un versante molto largo, con pendenza costante (eccetto un breve tratto) e quasi sempre in ottime condizioni. Queste caratteristiche rendono la zona molto appetibile ed infatti questo versante è il più frequentato della zona. La frequenza dipende molto dalle vie di accesso, la piana di Campo Imperatore d'inverno è chiusa al traffico e raggiungerla non è semplice; di solito viene aperta la strada che sale da Castel del Monte per via delle piste di fondo ma questo non è sempre vero ed è saggio informarsi in anticipo sulle condizioni di viabilità, poichè il rischio di trovarsi bloccati poco dopo il paese è concreto. Quando la strada è aperta si può arrivare fino a Fonte Vetica e quindi gli itinerari più accessibili sono proprio quelli che riguardano il monte Camicia.

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Tavola Rotonda (Majella)

Di solito quando si parla di scialpinismo in Majella si parla di Rave sul versante occidentale e di valloni sul quello orientale, la Tavola Rotonda da sud invece, si differenzia totalmente da questa tipologia di itinerari, semplice, con poca pendenza, relativamente tranquilla è adatta a tutti e non richede esperienze particolari. Un tratto dell'escursione coincide con le piste degli impianti di Campo di Giove per cui è meglio fare questo itinerario quando questi sono chiusi oppure salire solo il tratto superiore: dalla fine degli impianti alla cima della Tavola Rotonda.

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Monte Lieto (Monti Sibillini)

Il monte Lieto è una delle cime che circonda la val Canatra, nei pressi del paese di Castelluccio. Questa piccola valle d'inverno è molto frequentata da sciatori ed escursionisti perchè ha dislivelli e difficoltà non eccessivi. Può essere anche una valida alternativa quando le condizioni meteo o la neve non siano ottimali. Insomma un luogo "per famiglie" ma che, come per tutte le escursioni invernali, va sempre preso con le dovute precauzioni. Il monte Lieto, con i suoi 1944 m è il più alto delle cime di questa zona e, se fatto come relazionato sotto, offre una divertente e non breve gita scialpinistica. La discesa per Valloprare è divertente ma anche esposta alle valanghe per cui va affrontata con manto stabile. Se si volessse affrontare solo questa discesa e non fare l'anello proposto conviene salire direttamente da Forca di Gualdo.

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