Si lo so tra qualche giorno devo andare.
Mi hanno diagnosticato la rottura del crociato anteriore del ginocchio destro ed anche quella del crociato posteriore del sinistro, insomma una mmerda!
Col lavoro vengo sommerso da mille responsabilità e la mia mente frulla e rifrulla attorno a quello che è E9, il mio mezzo di espressione assieme alla scalata, in più ci sono i miei piccoli che per quanto li ami, mi ciucciano energia di brutto, insomma “Ha frnut la pacchie’.
In questi giorni la mia tristezza per quello che dovrà venire si è trasformata in uno stato di quiete, a volte mi commuovo, anche per una minima cosetta e mi preparo per tutta la roccia che non potrò a lungo toccare.
Oggi però io e Dani, ci eravamo ripromessi di andare a scalare assieme, allora stamattina dopo aver sbrigato un paio di faccendine in ufficio, ho cominciato a viaggiare con la mente su quale fosse stato il posto verso cui partire.
Ferentillo? Trito e ritrito..
Cingoli dove c’ho quel progetto? No quello me lo tengo per quando ripartirò alla grande..
Aaaah sii, perché non portare Dani a vedere San Vito, poi la’ c’è anche qualche vietta interessante…
Si, oggi avevo dentro la voglia di qualche cosa, e non essendo uno stratega programmatore, anzi esattamente l’opposto, sentivo che però San Vito era la destinazione giusta, a Dani la cosa piaceva e allora via!
Prendiamo l’acqua alla fontanella nel piccolo paesino subito prima di iniziare la sterrata e poi ci mettiamo di nuovo in marcia.
Qualche curvetta, quando ad un tratto rivedo quel muraglione che vidi qualche anno fa proprio con Stefano Romanucci, prima della classica bastionata di San Vito e proprio li sotto ci mettemmo a disquisire su come fosse stata la roccia e se fosse stato possibile risalirlo, poi quella volta andammo altrove.
Ci fermiamo li sotto e mentre Dani era già pronta per le vie di San Vito, d’un lampo le chiedo di farmi un regalo:
“Da’, ci vieni con me lassu’ in cima? Oh ma guarda che cresta spettacolare?” quella bastionata d’un tratto era quello che volevo davvero, altro che Ferentillo o le vie difficili, volevo far sentire al mio corpo ancora una volta un po’ di fatica, incertezza e adrenalina! Per fortuna la mia ragazza è una donna intelligente e spesso io e lei ci capiamo al volo, ed il suo “va bene” arriva immediatamente.
Detto fatto butto tutto il materiale fuori dalla macchina e comincia la selezione delle cose preziose. Un mazzo di dadi, qualche cordino, dei friend, 2 corde, caschetti, un po’ d’acqua, lo zaino con le scarpette e il sacchetto della magnesite, e siamo pronti.
Saliamo veloci verso l’attacco tra pietrame e falasca, fino ad arrivare sotto il monolito di destra dove avrà inizio la nostra avventura.