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Forra della Sibilla (Monti Sibillini)

Giuseppe Antonini nel suo libro "Figlie dell'acqua e del tempo" giudica questa forra: "itinerario discretamente interessante, caratterizzato da un profilo essenzialmente verticale; diventa piacevole se affrontato in regime di massimo scorrimento". Da queste poche parole si capisce la profonda differenza tra chi pratica il torrentismo seriamente e chi invece scende qualche forra in modo saltuario come il sottoscritto e i suoi amici; i primi amano ficcarsi sotto l'acqua gelida, gli altri hanno freddo solo a pensarci. Per questo abbiamo ripetuto questa forra nel suo periodo di portata minima. Al di là di queste differenze acquatiche penso che entrambi apprezziamo la bellezza e la suggestione di questi luoghi nascosti e "misteriosi". La forra della Sibilla è conosciuta anche come Arcofù, dall'arco roccioso che sovrasta l'ultima calata prima di giungere sull'alveo del Tenna.

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Spigolo di Paoletto (Corno Piccolo)

Lo Spigolo di Paoletto, aperto nel 1974, è ancora oggi uno degli itinerari più frequentati della parete nord del Corno Piccolo. Accesso veloce, possibilità di ritirata, gradi classici e roccia ottima sono le note positive di questa via. Ultimamente, visto il caldo di queste estati, anche l'esposizione a nord rientra tra i fattori positivi. Di contro ha uno sviluppo limitato (meno di 200 m) che però, ad esempio nei corsi, può rappresentare un vantaggio. I passaggi più difficili sono di V ma, se si vuole, si può aumentare la difficoltà con una breve variante al secondo tiro. Se, invece di traversare verso destra, si prosegue sulla fessura di sinistra, si aggiunge alla via un bel passo di VI grado. Inoltre, giunti alla quarta sosta (in comune con quella della Iskra) se si prosegue per quest'ultima si aggiunge un altro bel tiro di V grado.

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Il Sentiero delle Scalette (Monti della Laga)

Il versante occidentale di Cima Lepri è il più tormentato nel gruppo dei monti della Laga. Ripidissimi canali e crinali rocciosi si alternano per chilometri. Enormi lastroni di arenaria impediscono all'acqua di penetrare nel terreno costringendola così a scivolare nei numerosi fossi dove spesso forma cascate anche molto vistose. Il fosso di Piè di Lepre scende diretto da Cima Lepri formando una serie ininterrotta di salti per oltre 400 metri. A prima vista la zona sembra quasi inaccessibile. Invece, entrandoci dentro si scopre una vasta rete di sentieri. Mulattiere che collegavano i numerosi stazzi dei pastori disseminati su tutto il territorio, spesso in luoghi adatti più alle capre che agli umani. Questi sentieri si inoltravano in luoghi molto accidentati poichè i pastori avevano colonizzato tutti i pascoli possibili, spesso erano larghi e ben tenuti altre volte solo una esile traccia tra l'erba. Oggi sono percorsi di rado e spesso versano in stato di abbandono, l'erba ha invaso parzialmente la traccia e a volte non è semplice individuare il percorso.

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Monte di Cambio (Gruppo del monte Terminillo)

Sigillo si trova alla base di valle Scura, una valle molto lunga, boscosa e poco frequentata. Il suo versante settentrionale è ripido e costellato da pareti rocciose. Questo itinerario passa proprio tra queste balze di roccia, su un sentiero abbandonato che risale il colle dei Tratturi ed esce sulla fonte dei Cavalli. Un percorso ardito, a tratti molto esposto e non facile da trovare. In compenso offre affacci molto suggestivi su una natura selvaggia (almeno nel primo tratto). Meta della gita è il monte di Cambio, una delle cime più alte del gruppo.

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Passo Cattivo (Monti Sibillini)

Passo Cattivo e Infernaccio: questi due toponimi indicano sicuramente luoghi malefici e pericolosi. Sicuramente lo sono stati in tempi remoti ma oggi il passo è addirittura attraversato da una strada e non fa più paura più a nessuno. Stesso trattamento è stato riservato alle gole dell'Infernaccio, poco più a valle. Il valico mette in comunicazione i due versanti dei monti Sibillini ed era molto usato in passato. Ce lo ricorda Andrea da Barberino che nel suo romanzo cavalleresco fa passare Guerrin Meschino proprio in questi luoghi alla ricerca della fata Sibilla. Eravamo nel XIV secolo! oggi le Sibille non esistono più (probabilmente finirebbero arrestate dalla Buon costume) e questi luoghi sono frequentati solo da pastori ed escursionisti.

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Pizzo Berro (Monti Sibillini)

Sui Monti Sibillini non esistono vie ferrate, al massimo possiamo trovare brevi tratti attrezzati con catene o cavi d'acciaio come sulla via del Canalino oppure sull cengia della capre. Anche per raggiungere la cima di Pizzo Berro da sud-ovest occorre percorrere un breve tratto attrezzato con una catena. E' solo un corrimano a cui ricorrrere per pochi metri e permette di superare un risalto roccioso che altrimenti richiederebbe un minimo di capacità alpinistica (passaggi di II grado). Comunemente chiamata "la Ferratina" questo tratto permette di raggiungere la cima di Pizzo Berro salendo dalla val di Panico; una cima molto panoramica a picco sull'alta val Tenna e ottimo balcone su gran parte della catena dei monti Sibillini.

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Monte la Rocca (Monti Pizzi)

I monti Pizzi, nel settore meridionale del Parco Nazionale della Majella, "nascondono" diversi siti di arrampicata. Pinnacoli rocciosi si innalzano tra vasti boschi in un paesaggio rimasto ancora molto selvaggio. Pizzoferrato è la falesia più conosciuta e frequentata del luogo, con le sue vie strapiombanti è riservata però a climber bene allenati; diciamo che bisogna fare almeno il 7a per divertirsi su questi monotiri. Poi c'è Liscia Palazzo, un misto tra monotiri e "multipitch", poco conosciuta e ben attrezzata. Infine c'è il Monte la Rocca, questo a differenza degli altri luoghi, è un sito d'avventura, le vie sono "lunghe" (5/6 tiri), protette con fix ma non troppo ravvicinati per cui è necessario aggiungere dadi o friend. La roccia è varia, sono presenti tratti erbosi e comunque occorre fare attenzione a qualche sasso instabile anche se è stato fatto un buon lavoro di disgaggio. Insomma un luogo che va affrontato con spirito e atrrezzatura alpinistica.

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Monte Genzana (Monti Marsicani)

La cima del monte Genzana, anche se non molto appariscente, è tra le più panoramiche dell'Appennino Centrale. Come in altri gruppi montuosi il versante orientale rispetto a quello occidentale è molto più boscoso e solcato da lunghi valloni ed i paesi sono spesso dislocati a quote relativamente modeste. Per questo anche se le cime delle montagne non presentano altezze significative i dislivelli possono essere notevoli. L'itinerario che da Pettorano sul Gizio sale in cima al monte Genziana ha proprio questa caratteristica, con una cima di "soli" 2100 m il dislivello complessivo per compiere l'anello descritto è ci circa 1600 m. Se a questo aggiungiamo i circa 22 Km si sviluppo abbiamo un'escursione che, da un lato permette di attraversare luoghi molto diversi tra loro, dall'altro richiede un discreto allenamento.

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Monte Pollino e Serra Dolcedorme

L'itinerario classico per salire al monte Pollino nell'omonimo Parco Nazionale. Un percorso vario e molto panoramico non difficile ma da non sottovalutare in caso di nebbia. Con la salita alla Serra Dolcedorme, facilmente raggiungibile dalla sella sotto il Pollino, diventa un'escursione veramente interessante anche se con un notevole sviluppo (poco più di 20 Km). Il giro attraversa alcuni dei luoghi più suggestivi del Parco, il cuore del Pollino che con i suoi pini loricati è uno dei gruppi montuosi più interessanti del meridione. Questa conifera, di origine balcanica è il simbolo del Parco Nazionale. Il pino loricato deve il suo nome alla caratteristica struttura della sua corteccia che ricorda le piastre metalliche dell'antica corazza romana chiamata "lorica". Tutta questa zona, a cavallo tra Calabria e Basilicata, è tra le aree più selvagge d'Italia; i suoi monti sono solcati da pochi sentieri quasi sempre privi di segnaletica.

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Rocchetta al Volturno (Molise)

Licia dei ginepri e Ratafioni nel paese dei balocchi sono due piccoli siti di arrampicata nei pressi di Rocchetta al Volturno in provincia di Isernia (Molise). Ratafioni è una placca appoggiata, conta meno di 10 vie attrezzate ed è ottima per chi vuole iniziare poichè gli itinerari sono brevi e le difficoltà contenute. Licia dei ginepri invece è un bel sito di arrampicata, anche se gli itinerari sono relativamente pochi l'arrampicata è divertente e la roccia ottima. I gradi sono medio bassi, per lo più tra il 5c e il 6b.
E' stata attrezzata da Andrea Imbrosciano, vero genius loci del posto e punto di riferimento per tutta la zona. L'avvicinamento è breve e particolare perchè è possibile attraversare il vecchio borgo di Rocchetta, completamente abbandonato negli anni '50 in seguito a movimenti franosi.

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