Della val Serviera avevamo già parlato in un precedente articolo (Dalla Rava del Ferro alla Val Serviera), era la descrizione del sentiero che taglia il versante sinistro (orografico) della valle. Adesso siamo entrati dentro la forra scendendone la prima parte. Chi pratica torrentismo rimarrà scandalizzato dal periodo scelto, a fine agosto infatti la portata d'acqua è minima e ci si bagna "solo" fino alla vita. Ma per chi non pratica questa attività e quindi non è provvisto della adeguata attrezzatura (muta da sub, ecc) questo è il periodo ideale, si possono scoprire angoli suggestivi che altrimenti rimarrebbero preclusi per sempre. Non si tratta di una passeggiata, il percorso è impegnativo e comunque riservato a persone esperte, occorre scendere in doppia innumerevoli salti e l'impegno fisico è notevole (più di 1400 m di dislivello per oltre 25 Km di sviluppo complessivi). Una volta entrati nella forra è possibile uscire solo a metà per un sentiero che risale la ripida valle del Fossato.

Noi siamo usciti proprio per questo tracciato riproponendoci di terminare il giro la prossima volta. Per fortuna nei tratti più difficili sono presenti delle frecce rosse, altrimenti trovare questo sentiero non sarebbe per nulla banale e comunque da qui occorrono altre 3/4 ore per scendere a valle.
La val Serviera è considerata la regina delle forre: lunga, difficile e molto bella. Occorrono dalle 6 alle 12 ore per percorrerla tutta ma non sono rari i casi di bivacco forzato. In diverse relazioni è scritto che occorre scendere circa 50 salti attrezzati, in realtà sono di più, solo nella prima metà ne abbiamo coontati poco meno di 40. Si inizia dalla grotta dei Callarelli dove è possibile bivaccare. Prima difficile scelta; meglio bivaccare alla grotta e partire al mattino presto riposati oppure partire dal basso (come abbiamo fatto noi) sobbarcandosi circa 1100 m di dislivello? La scelta è soggettiva, se si sceglie il bivacco c'è di contro che occorrerà portarsi a spalla anche il peso del sacco a pelo e altro materiale utile al pernottamento. Se si opta per la partenza dal basso occorrerà essere abbastanza allenati e alzarsi di buon'ora.
Nel primo tratto della forra (fino alla valle del Fossato) è presente dell'acqua, già a poche centinaia di metri dalla grotta dei Callarelli inizia un rivolo che poi diventa più sostanzioso. Bagnarsi è obbligatorio ma solo fino alla vita per cui, se si vuole continuare, basta portarsi un cambio poichè in estate avanzata il secondo tratto è asciutto (eccetto una "pozza" che è possibile evitare tramite una corda che fa da teleferica). Il tratto inferiore però presenta dei problemi a causa delle numerose valanghe di quest'anno (2012) che hanno trascinato sul fondo molti tronchi e rendono il cammino faticoso.

Pino Antonini nel suo libro "Figlie dell'acqua e del tempo", vera "Bibbia" per chi vuole scoprire e percorrere le forre dell'Italia Centrale tratteggia così questo itinerario: ... "Subirete quindi con piacere il fascino esercitato dalla montagna imponente e selvaggia dove regna l'atmosfera magica di luoghi primordiali sottratti al resto del mondo: un eden a portata di mano. Alquanto diversa è invece la tetra bellezza della gola, scendendo la quale si ha come l'impressione di aver litigato con il cielo che pian piano sparisce sostituito da un grigio soffitto di pietra" ... quindi più avanti ... "Itinerario eccezionalmente interessante in ambiente solitario e selvaggio; presenta una continuità fuori dal comune; va affrontato in buone condizioni di scorrimento idrico", che vuol dire: da metà maggio a metà giugno per gli appassionati di torrentismo, nei mesi seguenti per tutti gli altri.

Un'itinerario veramente notevole, che attraversa luoghi pieni di fascino, tra i più belli dell'Appennino Centrale.

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Accesso

Si parte dal parcheggio per il vallone di Santo Spirito oppure dalla località Capo le Macchie. Di seguito viene descritta la prima opzione.

Avvicinamento

Da Fara San Martino si sale il vallone di Santo Spirito fino alla Bocca dei Valloni (1055 m, 1.30 ore). Qui si lascia il sentiero di fondovalle e si prende la traccia che, verso destra, sale costeggiando la valle delle Mandrelle. Il sentiero supera la fonte del Pesco (1280 m circa) quindi raggiunge una sella (1500 m circa, 2.45 ore #). Proseguire ancora per la cresta quindi prendere il netto sentiero che traversa verso destra entrando nella val Serviera. Prima in piano poi in leggera discesa si raggiunge il fondo valle proprio sotto la grotta dei Callarelli (1540 m circa, 3.15 ore #). Qui inizia la forra.

Relazione

Ci si tiene sempre sul fondo dell'alveo e in breve si raggiunge il primo salto con targhetta #. Si continua superando con la corda (ancoraggi sul posto) i numerosi salti e saltini che si incontrano.
Usciti da un tratto molto stretto, un pendio coperto da grossi faggi sembra permettere la risalita. Non è questo il punto dove è possibile uscire dalla gola, occorre seguitare ancora per un lungo tratto fino a raggiungere un nuovo tratto con alberi sulla sinistra.

Uscita per la valle del Fossato

All'inizio di questo tratto boscoso #, proprio sulle ultime rocce della gola si nota una freccia di vernice rossa #. Traversare in piano tra la vegetazione fino a raggiungere il fondo del piccolo fosso che scende dalla valle. Si risale il fosso per pochissimo quindi si piega subito a destra inerpicandosi tra paretine rocciose ricoperte da una folta vegetazione #. Dopo un ridido tratto il sentiero traversa ancora verso destra su una esile cengia a picco sulla gola (molto aereo). Alla fine di questo tratto è presente una sosta a fix. Oltre si riprende il bosco e dopo un ultimo segno di vernice si tira dritti sul fondo del vallone fino a raggiungere una alta parete rossastra alla cui base ci sono dei vecchi stazzi #. Da qui si traversa verso sinistra e per una esile traccia si aggira questa parete. Sempre per tracce di sentiero si ritorna sulla sinistra (proprio sopra la parete #). Da qui il sentiero si fa più netto e senza problemi obliqua fino al fontanile sotto colle Bandiera (1150 m circa, 2.00 ore dalla forra #). Per la mulattiera si scende il versante # con un lungo traverso fino ad un casotto dell'acquedotto #. Pochi metri prima di questo si prende a sinistra il sentiero (G3) che scende dritto nel bosco ed in breve si raggiunge un incrocio tra una strada asfaltata e una sterrata (650 m, 3.00 ore). A destra si segue questa pista che, dopo una ripida discesa passa nei pressi dei pastifici. Tenendosi sempre sulla destra si torna al parcheggio (3.45 ore).


Dati tecnici

  • Dislivello: da Fara San Martino alla grotta dei Callarelli: 1100 m circa - la discesa della forra: 700 m circa fino alla valle del Fossato, 1100 m completa - risalita al colle Bandiera: 300 m circa
  • Orario: da 7 a 12 ore per la forra, da 3 a 4 ore per l'avvicinamento. Circa 4 ore di ritorno se si esce nella valle del Fossato
  • Sviluppo della gola: 5.5 Km circa
  • Segnaletica: sentiero F2 all'andata #, sentiero G6 in discesa dal colle Bandiera #, segni rossi nel primo tratto della salita della valle del Fossato #, nulla nella forra.
  • Prima discesa: settembre 1984
  • Materiale necessario: 2 corde da 25 m, utili altri spezzoni di misura minore. La frontale può servire nei tratti più scuri mentre la muta è necessaria solo nella stagione primaverile. Le calate sono attrezzate con fix, spit e clessidre. Alcuni cordini sono da controllare. # # # #
Bibliografia
  • Figlie dell'acqua e del tempo - Società Editrice Ricerce
Cartografia
  • Atlante 1:25000 - Società Editrice Ricerche
  • Carta 1:25.000 - CAI Chieti
  • Carta 1.25000 - Ed. Il Lupo

Immagini

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