Se amate gli itinerari poco frequentati, gli ambienti selvaggi e non vi fate intimorire da grandi dislivelli, questo è l'itinerario che fa per voi. I versanti nord della catena orientale del gruppo del Gran Sasso presentano salite in luoghi isolati e magnifici e il vallone della fossacieca è forse uno dei migliori per lo scialpinismo. La gita richiede però assoluta stabilità del manto nevoso, poiché si snoda lungo versanti valangosi ed attraversa pendii alquanto ripidi.

Accesso

L'accesso è dalla strada che da Pretara, frazione di Isola del Gran Sasso, sale verso il lago di Pagliara: superato il ristorante "Cascate del Ruzzo" si prosegue lasciandosi a destra il bivio per Piano del Fiume, e dopo un paio di km si giunge ad un altro bivio. Si prende a destra una strada asfaltata e dopo qualche centinaio di metri si parcheggia quota 820 circa.

Salita

Dal parcheggio (820 m circa), sulla sinistra parte una pista che sale attraverso il bosco; data la quota di partenza è quasi certo che dobbiate percorrere la carrareccia sci in spalla. Si prosegue seguendo la pista fino ad un bivio (tenere la destra) e quindi si esce dalla fascia boscosa. Ancora un piccolo tratto e superato un caratteristico intaglio si è alla fonte del peschio, 1380 metri circa. Lo scenario è già suggestivo, il panorama spazia lungo tutta la piana costiera abruzzese avendo alle spalle i pendii nord del Cimone e del Prena. Si segue ancora la pista che taglia il versante superando alcuni fossetti (in caso di ghiaccio i traversi sono delicati, sospesi come sono su salti di roccia) e valicato il colle della Malanotte (1420 m circa) si entra nel vallone della Fossacieca. Si risale lungo un evidente cresta lasciandosi sulla sinistra il fondo del fosso ( si incontrano rari bolli giallo rossi) e si punta alla testata del vallone. La pendenza non è mai eccessiva e lo scenario veramente notevole: ci si inoltra in un anfiteatro immenso contornato da quinte rocciose apparentemente senza uscita. In realtà imboccando uno spallone che evidente scende alla parte alta del vallone ci si porta in corrispondenza dell'uscita dalla fossa cieca. Il traverso verso sinistra (quota 2150 m circa) che consente di entrare nella comba nord del M. Prena si svolge al di sopra di un alto salto di roccia e presenta spesso neve dura o ghiacciata, data l'esposizione (nord) e l'ombra che fino a tarda ora riceve dalle sovrastanti rocce, per cui richiede un po' di attenzione per essere effettuato, una eventuale scivolata sarebbe piuttosto pericolosa. Superato questo tratto si è all'interno di una vasta conca delimitata dal M. Infornace e dal M. Prena. Si continua a traversare inleggera salita senza difficoltà e si è ben presto sul Piano d'Abbruna, sotto il canale nord del M. Prena. Ancora qualche inversione e si guadagna finalmente la vetta ( uscita che po' essere un po' difficoltosa in caso di cornici).

Discesa

La discesa può avvenire o sulle tracce di salita oppure lungo il versante nord del Cimone: dal Piano d'Abbruna proseguire per un centinaio di metri fino ad un piccolo risalto che delimita il costone roccioso del Cimone. Abbassarsi direttamente sulla sinistra e scendere il pendio seguendo il filo del crestone. Continuare ancora e ben presto di è in vista dello slargo su cui è posta la Fonte del Peschio: liberamente sciare il pendio fino a rientrare sulla carrareccia seguita in partenza, in corrispondenza della fonte.


Dati tecnici

  • Dislivello: 1750 m circa
  • Difficoltà: BSA
  • Orario salita: 3.00/4.00 ore
  • Esposizione: Nord
Bibliografia
  • La montagna incantata vol. 1
  • Tracce di sci in Appennino
Cartografia
  • Carta 1:25000 Gran Sasso - CAI L'Aquila
  • Atlante 1:25000 - Ed. SER

Foto di Mario Diotallevi

{jacomment on}