La Majella è una montagna grande, molto grande; questa sua caratteristica invita, a chi scrive relazioni, ad eccedere spesso con i superlativi. D'altra parte i dati parlano chiaro, questo itinerario ad esempio ha quasi 27 Km di sviluppo e oltre 1600 m di dislivello; sono numeri di tutto rispetto ma che non sono esclusivi di questo singolo percorso e compaiono in diversi itinerari che scendono nelle valli orientali del gruppo. Il vallone di Taranta, la valle di Macchia Lunga, il vallone d'Ugni ad esempio sono valli selvagge e lunghissime, il vallone di Fara addirittura raggiunge quasi 2400 m di dislivello, una cifra che non sfigura neanche sulle Alpi. Per questo, e per il fatto che tutti terminano a quote relativamente basse, la soluzione migliore consiste nel percorrerli in traversata.

Questa gita, per quanto riguarda la salita, presenta varie opzioni: si può salire dalla Rava della Giumenta Bianca (Direttissima), dal Fondo di Majella oppure da Campo di Giove, quest'ultima soluzione ha dalla sua il fatto che non presenta pericoli oggettivi particolari (soprattutto valanghe) e quindi, quando le condizioni del manto nevoso non sono perfette, rappresenta la soluzione ottimale. La discesa può essere fatta sia dal Monte Macellaro sia dal Monte Amaro, quest'ultimo è più alto ma, se si sale da Campo di Giove, anche il primo va benissimo visto la lunghezza dell'itinerario.

Se gli impianti di Campo di Giove sono aperti è possibile sfruttare la seggiovia e risparmiare così 500 m di dislivello, se sono chiusi basta seguire la pista e partire presto.

La discesa nel vallone di Taranta non presenta mai grosse pendenze ma purtroppo raccoglie le valanghe che si formano dai versanti laterali e quindi va affrontata con condizioni stabili, d'altra parte terminando a quote piuttosto basse (700 m) non conviene farla nemmeno quando la neve è scarsa perchè altrimenti occorre portare in spalla gli sci per un lungo tratto di strada. Trovare quindi le condizioni ottimali non è semplice ed occorre saper aspettare. Anche per questa traversata è possibile contattare il sig. Michele, Tel. 3463606021 o 3490579021, che effettua il servizio taxi con pulmino e che ci può riportare al punto di partenza. Una gita con voto 9, da fare.

Accesso

Da Campo di Giove prendere la strada per gli impianti da sci e parcheggiare sul piazzale della partenza della cabinovia (1150 m).

Salita

Dal parcheggio degli impianti (1150 m) si segue la pista che inizia a destra della seggiovia. Giunti a q. 1150 circa non proseguire dritti per la valle di Quartana ma deviare a sinistra per una strada che passa sotto un costone roccioso #. Dopo un traverso si riprende a salire dritti # e si esce sul Guado di Coccia, un valico con rifugio e strutture sciistiche (1674 m, 1.10 ore) #.
Si prosegue tenendosi a destra degli impianti che proseguono verso sud #. Dopo il primo impianto ed il successivo (dismesso) si giunge sul crinale, dove terminano i piloni (casetta in muratura diruta, 2325 m circa, 2.30 ore) #.
Qui inizia una zona fatta di colli e valloncelli dove non è facile orientarsi; per evitare di arrivare sulla Tavola Rotonda (2403 m) e dover poi scendere sul Fondo di Femmina Morta, occorre obliquare verso destra e cercare di aggirare le alture successive.
Giunti comunque al Fondo (2375 m circa) si può: risalire la valle di Femmina Morta tenendosi sul fondo e poi obliquare verso destra fino alla cima (2646 m) dopo il Monte Macellaro (2636 m) oppure portarsi subito sulla larga cresta sud del Monte e dopo diversi colli arrivare alla fine della salita (2646 m, 5 ore).

Discesa

Dalla cima (2646 m) scendere nel vallone di sinistra # #cercando di non raggiungere il fondo della valle (pianeggiante). Tenendosi sulla destra si riesce a superare un grosso ometto di pietra puntando ad un grosso bastione roccioso al centro della valle (Altare dello Stincone, 2413 m, toponimo posto in modo errato sulla carta del CAI). Lo si supera a destra # e si entra nella Valle di Taranta tra pareti rocciose che ne delimitano i bordi. Superato l'Altare la valle diventa larga e poco pendente #, ci si tiene più o meno sul fondo fino a q. 1850 m circa, dove occorre superare un strettoia # # oltre la quale c'è la captazione dell'acqua. La valle si riapre e presto si arriva a vedere la grotta del Cavallone #. Qui inizia il bosco, ci si tiene sulla sinistra e si arriva alla pista che conduce alla grotta. Per questa si prosegue fino alla partenza della seggiovia (780 m) e per la strada asfaltata fino alla sbarra sulla Statale n. 84 poco sopra l'abitato di Taranta Peligna (726 m, 2.30 ore).


Campo di Giove

Gli impianti di Campo di Giove sono composti da 1 seggiovia e 4 skilift ma solo 1 funzionante. Vengono propagandati come gli impianti che raggiungono le quota più alta dell'Appennino ma questo è vero in parte perchè la maggioranza degli skilift non funziona.

Dati tecnici

  • Impianti di risalita: 5
  • Seggiovie: 1
  • Skilift: 4
  • Telefono Apt: 0864.40116
  • Altezza: 1145m - 2350m
  • Tel. Impianti di Risalita: 0864.408197

Valle di Taranta e grotta del Cavallone

Anticamente la valle di Taranta era chiamata "La Tagliata", in effetti guardata dall'alto il vallone taglia il versante orientale della Majella per circa 7 Km. Nella zona ci sono diverse cavità naturali come la grotta dell'Asino, del Bove e la grotta del Cavallone. Si presta a gite escursionistiche anche se i dislivelli non sono mai banali.

La Grotta del Cavallone si apre sulla parete rocciosa posta sul lato sinistro della Valle di Taranta a quota 1475 e si sviluppa per circa 2 Km. La grotta è visitabile soltanto in estate ed è raggiungibile tramite una seggiovia. La parte aperta al pubblico è di circa 800 m e si raggiunge dopo un percoso di 10 minuti circa, la visita dura poco più di un'ora.
È detta anche Grotta della figlia di Iorio perchè il pittore Francesco Paolo Michetti ne trasse ispirazione per la scenografia del secondo atto della tragedia dannunziana che venne messa in scena al Teatro Lirico di Milano il 4 marzo 1904. Ancora oggi è conosciuta anche come la grotta della Figlia di Jorio. E' l'unica grotta visitabile del Parco Nazionale della Maiella.
Conosciuta già intorno al 1600 viene esplorata nel 1704 ed inizia ad essere valorizzata dalla fine dell'800; dagli anni '70 la Grotta è raggiungibile con una funivia ed il suo interno è illuminato.
Per informazioni www.comune.lama-dei-peligni.ch.it/le_grotte


 

Dati tecnici

  • Dislivello salita: 1600 m circa
  • Dislivello discesa: 1900 m circa
  • Difficoltà: MS
  • Orario salita: 4.30/5.30 ore
  • Sviluppo salita: 14 Km circa
  • Sviluppo discesa: 13 Km circa
  • Esposizione: Sud (salita), Sud-Est (discesa)
Bibliografia
  • La montagna incantata vol. 2
  • Tracce di sci in Appennino
Cartografia
  • Carta 1:25000 Majella - SER
  • Atlante 1:25000 Majella - SER

Immagini